PUBBLICATO SU STARBENE n.34
16 agosto 2016
Hai avuto un’ idea geniale per un week end, o per una serata diversa dal solito, o ancora per rinfrescare il look della sala da pranzo, e sei impaziente di condividerla con lui, confidando che ne sia altrettanto entusiasta.
Non vedi l’ora di cominciare la cena per parlargliene e magari trascorrere la serata mettendo a punto insieme tutti i dettagli dell’iniziativa.
Ma quando cominci ad illustrare appassionatamente la tua proposta, capisci che lui non ti sta ascoltando!
E’ concentrato sulla TV, sul cellulare, sul tablet o più semplicemente pensa ad altro.
Mentre ti rendi conto che non sta seguendo una parola del tuo discorso, ti senti delusa, e la frustrazione si evolve rapidamente in rabbia e ostilità: è una dinamica che hai già sperimentato e vissuto più volte, e sembra non esserci rimedio.
Ma grazie ad alcuni semplici accorgimenti puoi finalmente catturare da subito la sua attenzione!
Fai di lui il soggetto della tua introduzione
La strategia per attrarre l’interesse del partner si concentra su una semplice regola: invece di parlare di te, di come ti sia venuta l’idea, di quanto pensi che sia fantastica, parla di lui.
Anche quando i tanti (forse troppi) stimoli esterni si intromettono senza pietà e distolgono la concentrazione da un sano dialogo, c’è un argomento che – senza alcuna eccezione – catalizza l’attenzione di chiunque: se stessi.
Ognuno è al centro della propria attenzione, ed è quindi naturale prestare ascolto a chi sta parlando di noi.
La strategia ideale è quindi esordire parlando di lui: in questo modo sei certa che si applicherà all’ascolto.
Comincia facendo riferimento a qualcosa che lui ha detto o ti ha fatto capire:
- mi hai detto che sei stanco di…
- ho pensato a quanto ti era piaciuto…
- ho un’idea per evitare che tu debba guidare per molte ore.…
- stavo pensando a come potresti fare le tue escursioni di trekking in vacanza….
Quando si parla di noi, interrompiamo qualsiasi altra attività o pensiero e “raddrizziamo le antenne” senza esitazione: non esiste soggetto più interessante di noi stessi.
Una volta guadagnata la sua attenzione, puoi esporre la tua proposta che più facilmente verrà ascoltata con partecipazione.
Usa le sue stesse parole
Puoi fare di più: vuoi avere maggiori probabilità di successo?
Quando esponi il tuo progetto, utilizza le stesse parole che lui aveva pronunciato nell’occasione a cui fai riferimento.
Se lui ti aveva detto: “non ne posso più di andare in vacanza e stare tutto il giorno in spiaggia, circondato da bambini urlanti”, esponi la tua idea partendo proprio dalla sua frase:
“Un paio di settimane fa mi hai detto che non ne puoi più di andare in vacanza e stare tutto il giorno in spiaggia, circondato da bambini urlanti; ho pensato che quest’anno….”
Questa tecnica linguistica, denominata “ricalco verbale” è suggerita dalla Programmazione Neurolinguistica, la neuroscienza che si fonda sullo studio del linguaggio e dell’influenza che esso ha sul comportamento umano.
Una delle regole fondamentali per creare sintonia con chi ci sta di fronte è quella di “ricalcare” – cioè fare propri – gli aspetti tipici della comunicazione dell’altro.
In questo modo, chi ci sta di fronte ha la certezza di essere ben capito (perché usiamo le stesse parole) ed allo stesso tempo comprende bene il nostro messaggio (sicuramente conosce il significato di quanto lui stesso ha detto).
Il ricalco verbale crea un clima di comprensione e di maggiore armonia: inconsapevolmente, la persona che ascolta le sue stesse parole si sente più a suo agio e si predispone all’ascolto più volentieri.
Cambia posto e situazione se vuoi avere più successo
Un accorgimento che può fare la differenza quando si vuole introdurre una proposta, è quella di non aprire l’argomento nello stesso posto e nella stessa situazione in cui si è già sperimentato un’evoluzione negativa della discussione.
Molto spesso c’è un momento particolare della giornata (appena lui rientra a casa, a tavola, quando ci si alza la mattina) in cui decidiamo di intavolare un discorso; questa abitudine innesca la ripetizione di dinamiche da cui è difficile liberarsi perché siamo tutti portati a replicare gli schemi di comportamento adottati in passato nello stesso contesto: inconsapevolmente, le circostanze riportano alle esperienze già vissute e ci orientano verso lo stesso atteggiamento.
Questa strategia è utile anche quando si vuole parlare con il proprio figlio: uno dei momenti prediletti dal genitore per avviare un dialogo, è quando si accompagna il ragazzo (o la ragazza) a scuola in auto.
La situazione è apparentemente ideale: si ha a disposizione il tempo del tragitto, si è fisicamente vicini e soprattutto si è costretti a rimanere dentro il veicolo.
Ma anche in questo caso lo svolgersi dell’interazione, con le stesse modalità in cui i risultati sono stati poco produttivi in passato, è condannato al fallimento.
Se è già capitato più volte che, facendo una domanda o raccontando di una bella opportunità, tuo figlio intenzionalmente si concentri sul suo cellulare, ti risponda a monosillabi e dimostri chiaramente di non essere interessato ad ascoltarti – mentre la tua insofferenza aumenta e puoi solo fare appello alla generica “incomunicabilità generazionale” per non esplodere – è il momento ideale per cambiare strategia.
E’ sconsigliabile utilizzare lo stesso contesto per proporgli qualsiasi argomento, perché la dinamica si riproduce, suggerita inconsapevolmente dallo scenario già (negativamente) collaudato: il ragazzo non sarà ricettivo e non vedrà l’ora di arrivare a scuola per saltar fuori dall’auto.
Se vuoi ottenere un risultato diverso, sia con il partner che con i tuoi figli, è meglio cambiare ambiente e momento della giornata: in questo modo crei una “cornice” neutra che non si ricollega a meccanismi negativi già sperimentati con esito improduttivo; puoi sorprendere il tuo partner preparando un aperitivo sfizioso o fai sorridere tuo figlio accogliendolo a casa con la sua musica preferita.
Quando hai capito che sono ben predisposti, presenta la tua idea. Cominciando a parlare di loro.
Non tenere lo sguardo fisso sull’interlocutore
Quando hai catturato l’attenzione e finalmente lui ti sta ascoltando, consiglio di non tenere lo sguardo fisso su di lui per tutto il tempo della conversazione.
Se il tuo discorso è orientato a sollecitare una reazione o una risposta – sperando che sia favorevole – è probabile che i tuoi occhi siano “piantati” su di lui, sia per cercare segnali positivi nelle espressioni del suo viso che per incitarlo a rispondere subito.
Sentirsi osservati intensamente per lunghi minuti mette molte persone a disagio, e l’impegno a sostenere lo sguardo scrutatore dell’altro toglie concentrazione ed energia: non è la tattica giusta per creare sintonia e soprattutto per ottenere una risposta immediata e sincera.
Ogni tanto volgi gli occhi altrove: queste pause suggeriranno che non stai assumendo un atteggiamento indagatore; lui si sentirà più libero di esprimersi e sarà più predisposto ad accogliere la tua iniziativa.